giovedì 20 ottobre 2011

Michelangelo

Michelangelo - Tutt'Art@ (2)
Nessuno come Michelangelo ha rappresentato al meglio la trasversalità tra le arti figurative, plastiche, architettoniche ed anche urbanistiche. Ideatore di progetti arditi e innovativi, si spinse anche a pensare, durante uno dei suoi numerosi soggiorni a Carrara, un grandioso progetto paesaggistico (…”una pazzia”...) che avrebbe per sempre segnato l’orografia delle Alpi Apuane.

In campo urbanistico Roma è stata fortemente influenzata dal genio creativo di M., sia in vita che post mortem. Michelangelo ha esteso la progettazione di Palazzo Farnese anche all’intorno della sede patrizia verso il Tevere con un vero e proprio piano di riorganizzazione urbanistica: architettura, natura e paesaggio vengono ricomposti attraverso un percorso che lega la città con la natura (da Campo dei Fiori al parco di Villa Farnesina attraverso un nuovo ponte ed il Palazzo stesso). Per il progetto del prospetto interno di Porta Pia si presenta un aspetto molto interessante: fino a quel momento, infatti, l’attenzione è esclusivamente al prospetto esterno e per la prima volta si mette in scena l’uscita dall’Urbe e non la tradizionale entrata trionfale; nel ribaltamento del concetto di accesso si celebra l’ingresso alla campagna, cui era molto legato.
I Piani Regolatori Generali dell’800 e primi ‘900 tendono a creare grandi tracciati che tagliano Roma in tutte le direzioni. Il piano del 1873 propone, per primo, la demolizione della Spina, motivandola con il fatto che impediva la visione della cupola di Michelangelo.
Nell’arco di 25 anni effettuò suoi numerosi soggiorni a Carrara per la ricerca di marmi pregiati, durante i suoi sopralluoghi nel favoloso scenario delle Apuane, a ridosso della fascia marittima, Michelangelo pensò ad un grandioso progetto: di scolpire un colosso nella montagna che potesse guidare i naviganti. Nella sua fantasia M. sognava di emulare gli antichi con progetti che avrebbero richiamato meraviglie come il colosso di Rodi o la statua gigantesca di Alessandro Magno che l’architetto Dinocrate, citato in Vitruvio, avrebbe voluto modellare nel Monte Athos.
(Pubblicato da Carlo Gervasini, Citysmile blog, 20 Ottobre 2011).

Nobody as Michelangelo has represented the best transversality among painting, sculpture, architecture, and even urban planning. Creator of innovative and daring projects, went also to imagine, during one of his many trips to Carrara, a huge landscaping project (... "a madness” …) that would forever marked the topography of the Apuan Alps.
In the field of urban-planning Rome was strongly influenced by the creative genius of M., both during and post-mortem. Michelangelo has extended the design of the Palazzo Farnese around the patrician's seat toward the Tiber with a real plan of rennovation planning; architecture, nature and landscape are reassembled through a path that links the city with nature (from Campo dei Fiori to the park of Villa Farnesina through a new bridge and the palace itself). Before the design of the interior front of Porta Pia the focus was exclusively on the external front; and for the first time he puts on the output from the Urbe and not the traditional triumphal entry; in the overturn of the concept of access is celebrated the entrance to the campaign. General Urban Plans of ‘800 and ‘900 tend to create the first great tracks that cut through Rome in all directions. The plan proposed in 1873, first, the demolition of the “Spina” quarter, motivated by the fact that prevented the vision of Michelangelo's dome. In 25 years he effected numerous stays in Carrara to research marble, during his visits in the fabulous scenery of the Apuan Alps, near the sea, Michelangelo thought of a grand plan: to carve a giant in the mountain that could guide the sailors. In his fantasy M. dreamed of emulating the ancients would have called with projects such wonders as the Colossus of Rhodes or the giant statue of Alexander the Great who Dinocrates architect, Vitruvius mentioned, wanted to model on Mount Athos.
(Published by Carlo Gervasini, Citysmile blog, October the 20th, 2011).

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Palazzo Farnese, Roma.
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Porta Pia, Roma.
The-capitoline-museums-are-contained-in-three-palazzi-surrounding-a-central-trapezoidal-piazza-del-campidoglio-in-a-plan-conceived-by-Michelangelo-Buonarroti-in-1536
Piazza del Campidoglio, Roma.
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Alpi Apuane, Massa-Carrara.
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Cave di marmo, Carrara.
    Michelangelo-Buonarotilibro storia carrara
MtRushmore
Monte Rushmore, Sud Dakota.

3 commenti:

  1. Michelangelo con la sua ricerca di "ideale di bellezza"...genio e sregolatezza...grazie a lui nacque il "manierismo"...Michelangelo artista a 360° con una versatilità "spaventosa"...
    Complimenti!!

    http://rbm-in-metamorphose.blogspot.com

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  2. Ciò che appare più triste, a mio parere, è sapere che, purtroppo, Michelangelo è conosciuto ai più solo per le sue opere di pittore e scultore (ovviamente senza voler togliere loro nulla, sono dei capolavori assoluti). Quando si visita la Sagrestia Nuova, quando si entra nella Biblioteca Laurenziana non si dedica quasi attenzione allo spazio che circonda i capolavori presenti. Non si comprende la grande innovazione del suo trattare l’interno come esterno, rinnovando ogni elemento utilizzato, privandolo della sua logica funzione. Ancora, pochi sanno del suo intervento in Piazza del Campidoglio, con l’applicazione delle regole della prospettiva pittorica allo scenario urbano, e pressoché nessuno di Piazza Porta Pia.
    Bisognerebbe promuovere una conoscenza davvero a 360° di questo artista così completo.

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  3. "Noi siamo come nani sulle spalle di un gigante". Lo hanno affermato molti uomini di cultura a cui recentemente ha fatto eco Renzo Piano durante una trasmissione televisiva, parafrasando le parole di Bernardo di Chartres, filosofo francese del dodicesimo secolo.
    Il gigante ed i giganti sono la nostra cultura ed i nostri predecessori come Michelangelo, si tratta di un patrimonio prezioso, senza retorica, dal quale prendere esempio; Michelangelo parlava di rapporto e legame città-natura, un binomio che a volte viene trascurato ma che, come ci insegnano i "Grandi", dovrebbe essere un pilastro nel campo dell'urbanistica.

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