martedì 4 ottobre 2011

Collasso

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Che cosa ha pensato il polinesiano che ha tagliato l’ultimo albero sull’isola di Pasqua? Jared Diamond ne il “Collasso” sostiene la tesi che processi di deforestazione di un territorio possono generare l’estinzione di una specie.
Durante la presentazione del volume “L’uso del suolo in Lombardia negli ultimi 50 anni”, tenutasi presso la Regione Lombardia lo scorso 29 Settembre 2011, si è assistito, attoniti, alla presentazione dei dati e dei risultati ufficiali elaborati da ERSAF (ente reg. servizi agricoltura e foreste).
Con un ritmo di 15 ettari al giorno le superfici urbanizzate sono cresciute in 50 anni dal 4 al 14% del territorio regionale (del quale il 60% è rappresentato da montagne, lagni, fiumi…) per una quantità urbanizzata pro-capite di 350 mq./ab. (erano 150 nel 1955).
I PGT oggi approvati prevedono il raddoppio della popolazione lombarda insediata, se i trend di consumo venissero confermati entro appena 200 anni tutto il suolo agricolo, oggi a disposizione, sarebbe utilizzato per le costruzioni. La Regione, promotrice dello studio, ha dimostrato di aver compreso la gravità del problema, ma, ha anche dichiarato, attraverso i suoi amministratori durante il convegno, di non voler attuare dei provvedimenti prima della data del 31.12.2013 (termine ultimo per l’approvazione dei piani di governo del territorio), quindi intende chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. L’auspicato sviluppo della città dentro sè stessa (utilizzando le aree dismesse industriali) determina spesso un corto circuito rappresentato dall’alto costo delle bonifiche necessarie e dall’indisponibilità, da parte degli enti locali, di localizzare nuove aree per le discariche ove recapitare i materiali di risulta delle bonifiche.
Il vantaggio di avere ampie aree agricole intorno ai centri urbani, oltre al valore paesaggistico, determina autosufficienza alimentare per la città (1 mq. agricolo= 500 gr. di grano), benessere climatico (1 mq.= 600 l./anno di acqua evapotraspirata), qualità dell’aria (1 mq.= 25 Kg. di CO² eq. stock). Non dobbiamo però dimenticare che una regione, come la Lombardia, che produce da sola il 22% del PIL italiano ed è una delle aree più industrializzate del mondo, non può cavalcare una politica massimalista di rinuncia totale a qualsiasi forma di sviluppo che, se controllato e sostenibile, può restituire significativi vantaggi alla città in termini di quantità maggiori di verde urbano e servizi.
(Pubblicato da Carlo Gervasini, Citysmile blog, Milano 4 Ottobre 2011).

What did the last Polynesian think cutting the last tree on Easter Island? Jared Diamond in the "Collapse" takes the thesis that the processes of deforestation of an area may lead to the extinction of a species. During the presentation of the book "Land use in Lombardy in the last 50 years", held at the Lombardy Region last September 29, 2011, it was the presentation of data and the results processed by ERSAF official (agency reg . Agriculture and forestry services). With a rate of 15 hectares per day urbanized areas have grown in 50 years from 4 to 14% of the region (of which 60% is represented by mountains, lakes, rivers ...) for a quantity of 350 urban per capita square meters . / inhabitant. (There were 150 in 1955). The PGT adopted require a doubling of the population settled in Lombardy, if consumption trends were confirmed within just 200 years all the agricultural land, available today, it would be used for buildings. The Region, promoting the study, showed that it understood the seriousness of the problem, but also declared, through its directors during the conference, did not want to implement the measures before the date of 31.12.2013 (deadline for ' approval of plans of government of the territory), so it intends to close the stable door after the cows have bolted. The objective of developing the city in itself (using the disused industrial areas) often leads to a short circuit represented by the high cost of drainages and unavailability by local authorities, to locate new areas where put waste materials. The advantage of having large agricultural areas around urban centers, in addition to the landscape value, determines food self-sufficiency for the city (1 sqm. Agriculture = 500 gr. corn), well-being climate (1 m .= 600 l / year of water evapotranspiration), air quality (1 m .= 25 kg of CO ² eq. stocks). But let us not forget that a region, such as Lombardy, which alone produces 22% of Italian GDP and is one of the most industrialized areas of the world, can not ride a maximalist policy of total renunciation of all forms of development which, if controlled and sustainable, can return significant benefits to the city in terms of larger amounts of green areas and services.
Pubblished by Carlo Gervasini, Citysmile blog, Milano 4th October 2011. 

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La raccolta del grano in Piazza Duomo a Milano, 1943.

3 commenti:

  1. In pratica siamo rovinati :) come andrà a finire con il PGT di Pavia??? :O non oso immaginare come ci ridurremo...

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  2. Jared Diamond in "Collasso" analizza la storia di diverse civiltà come a voler proporre alcuni scenari plausibili per la società contemporanea, un monito a non soccombere alla globalizzazione, un'occasione per imparare ancora una volta una lezione dal passato per non commettere gli stessi errori. E' agghiacciante il parallelismo che i più pessimisti potrebbero però fare tra gli abitanti dell'isola di Pasqua e il mondo moderno: i clan dell'isola comunicavano e interagivano tra di loro come noi oggi possiamo fare in ogni punto del Pianeta grazie ad internet e ad altri sofisticati mezzi di comunicazione, eppure la Terra appare isolata nell'immensità dell'Universo così come la loro popolazione era sperduta nel mare Pacifico. Nel momento del bisogno non poterono chiedere aiuto a nessuno così come noi non conosciamo nessuno che ci potrebbe aiutare nell'ipotesi di un collasso globale.

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  3. Il tema del consumo di suolo è forse uno dei temi più discussi del momento. Per quanto sia un problema pienamente condivisibile e condiviso, poco si può leggere sulle soluzioni da ricercare oltre che a interventi di riuso di aree dismesse. Da un lato i costi ingenti e facili, troppo facili, scappatoie poco sostenibili, dall'altro l'etica della sostenibilità che poco però, può competere con politiche di sfruttamento e guadagno. Fino a quando consumatori, compratori, progettisti, costruttori e amministratori non avranno tutti cambiato le loro priorità, ci sarà sempre qualcuno pronto a scegliere la strada più facile.

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