Già Pasolini in documentari Rai dei primi anni ’70 aveva tristemente registrato gli sgarri urbanistici di una modesta pratica edificatoria moderna che stavano distruggendo l’armonia secolare dello skyline di alcuni comuni italiani, cresciuti nel tempo in un dialogo costante con la natura circostante.
Ne “La forma della città” (1974, regia di P. Brunatto) il poeta friulano evidenzia il rapporto tra la forma della città di Orte (VT) e la natura; il rilievo naturale su cui si arrocca la città storica rappresenta un confine naturale e ne disegna un profilo e una forma caratteristica che nel dopoguerra è stata compromessa da edificazioni che rompono questa armonica composizione tipica del paesaggio italiano comunale, esempio di bellezza ammirato in tutto il mondo.
P. sostiene che “..è facile (non sempre, ndr) salvaguardare e tutelare singoli monumenti, difficile invece mantenere integro il tessuto storico edificato di un centro abitato..” che ha un valore elevato in quanto frutto dell’intera storia della città, risultato di un passato anonimo e popolare ma di alto valore storico e culturale.
Anche Sabaudia (LT), città metafisica e razionalista, inserita in un contesto di altissima valenza ambientale (coesistenza di foreste con laghi, dune e mare), ha subìto piccole trasformazioni edilizie che stanno snaturando il suo carattere originario che viene così compromesso da processi di “… omologazione e acculturazione tipici della civiltà dei consumi…”.
Ne “Le mura di Sana’a” (1971) il passaggio da un potere tirannico yemenita ad una primitiva democrazia ha scatenato, purtroppo, un rinnovamento della città mediante la distruzione delle sue bellezze storiche, rimaste incontaminate per centinaia di anni; le mura vengono distrutte per permettere alla città di uscire dal suo recinto storico, viene a mancare la coscienza della propria identità e così si perde la ricchezza di quel paese, che altro non è che la sua bellezza (una risorsa economica immensa e gratuita). P. in questo cortometraggio lancia un appello all’Unesco per la salvaguardia di questo paesaggio.
Di seguito si riportano alcuni punti fondamentali contenuti nella Convenzione europea del Paesaggio (Firenze 20 Ottobre 2000):
- "Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.
Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana sia i paesaggi degradati.
- finalità: riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità.
skyline di Orte |
Sabaudia |
Le mura di Sana'a (Yemen) |
Architettura di Sana'a |
molto interessante, complimenti per questo post...
RispondiEliminaProprio come Pasolini penso che sia molto più facile salvaguardare i singoli monumenti (anche se in Italia sembra che sia abbastanza difficile questo ed un esempio significativo è il degrado in cui si trova il sito archeologico di Pompei) rispetto al mantenimento dell’integrità del tessuto storico di un centro abitato. E’ mia opinione che generalmente la cosiddetta architettura storica “anonima” o “spontanea” è compromessa da nuove edificazioni che rompono l’armonia della composizione perché gli uomini che ci vivono, che ci lavorano o si spostano al suo interno, con il passare del tempo, sentono questi luoghi, questi edifici come di “loro proprietà”, così abitudinalmente familiari. Proprio per questo motivo, secondo me, per qualcuno può sembrare erroneamente naturale che in un centro storico urbano come Orte possano sorgere delle costruzioni popolari brutaliste degli anni ’70.
RispondiEliminaPenso che per la mia generazione sia sempre più difficile valutare in modo critico le trasformazioni negative in atto in ambito edilizio all’interno di realtà storiche proprio perché siamo nati e abbiamo convissuto sin dalla nascita con le disintegrazioni del tessuto storico italiano.
Ciò che diceva Pasolini nei ’70 sull’Italia potrebbe essere detto oggi a proposito della Russia. Nella regione della Carelia al confine con la Finldandia, interi villaggi del XVIII secolo vengono selvaggiamente demoliti per dare spazio a nuove costruzioni che non hanno alcuna connessione con il contesto edificato e naturale.