giovedì 6 ottobre 2011

Mona Lisa

gioconda
Leonardo è l’autore del quadro piu' prezioso al mondo (assicurato per oltre 700 milioni di dollari, quindi oltre 200.000 $/cmq. poichè di dim. 68 x 49 cm.) che fu oggetto di un clamoroso furto per opera del varesino Vincenzo Peruggia. A seguito di questo evento, dopo il ritrovamento a Firenze, il quadro raffigurante Lisa Gherardini del Giocondo fu esposto al pubblico italiano agli Uffizi prima del suo ritorno al Louvre.
Nella monumentale opera del poliedrico genio rinascimentale vi sono anche approfonditi studi urbanistici riferiti ad un nuovo modello di città ideale (anzi funzionalista) con contenuti molto attuali e moderni, applicabili anche oggi per la risoluzione delle problematiche della città contemporanea. 

Allontanandosi completamente dai modelli medioevali L.d.V. ha immaginato una moderna città razionale suddivisa su più livelli con una forte gerarchizzazione del traffico e della mobilità e con principi di sostenibilità ambientale.
Introducendo per la prima volta requisiti igienico-sanitari (rapporto tra altezza edifici e larghezza delle strade, un efficiente sistema fognario, ecc.) la vera originalità del progetto consisteva nella fusione di architettura, meccanica e idraulica e nell'idea che la bellezza della città doveva essere sinonimo di funzionalità, frutto dell'apporto delle scienze matematiche e meccaniche, oltre che delle conoscenze socio-ambientali.
Ad un livello intermedio della città il commercio e i servizi pubblici trovavano luogo al piede degli edifici in diretta aderenza con le strade principali di comunicazione, al livello inferiore sotterraneo era previsto un articolato complesso di canali navigabili (subways sull’acqua, corsie preferenziali) per gli approvvigionamenti ed i trasporti pesanti, al livello superiore percorsi pedonali con giardini e luoghi di aggregazione sociale.
La città (1490 ca.) si articola in edifici a torre, con corpi scale esterni (idea poi ripresa dal Movimento Moderno) e con una complessa rete di percorsi aerei e passaggi per la distribuzione funzionale dei flussi. (Un plastico della città leonardesca è esposto presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano).
Innovativo il sistema degli ampi giardini pensili sul livello superiore pensato per una funzione sociale ma soprattutto carico di una forte valenza paesaggistico-ambientale, soluzione oggi raccomandata dalla bioedilizia.
Oltre 400 anni dopo Hilberseimer ha teorizzato un modello di città verticale molto simile (Grosstadt, 1927) declinata su tre livelli differenti e con diverse modalità trasportistiche specifiche per ogni livello (metropolitana interrata, viabilità motorizzata a raso, mobilità dolce ai livelli superiori, ogni livello con destinazioni funzionali specifiche).
Anche le immaginazioni futuriste di Antonio Sant’Elia (La Città Nuova, 1914) rappresentano un modello di città su 3 livelli molto simile a quella di Leonardo che in campo urbanistico, come negli altri, si è dimostrato quindi un grande anticipatore dei tempi.
(pubblicato da Carlo Gervasini, Citysmile blog, Milano 6 Ottobre 2011).

Leonardo is the author of the picture more valuable in the world (insured for over $ 700 million, dim. 68 x 49 cm.) which was the subject of a sensational thefl by Vincenzo Peuggia from Varese, thanks to which, after the discovery the painting reproducing Lisa Gherardini del Giocondo was exposed to the Italian public, for the only time in the Uffizi in Florence, before his return to the Louvre.
Among the monumental work of the versatile genius of the Renaissance are also urbanplanning studies related to a new model of ideal city with very current and modern content, apply today to solve the problems of the contemporary city.
Away completely from medieval models L. imagined a modern rational city with multiple levels of hierarchy for traffic and mobility.
Introducing for the first time the health standards (the ratio between height and width of buildings, roads, an efficient drain system, etc..) the originality of the project consisted in the fusion of architecture, mechanical and plumbing, and the idea that the beauty of the city should be synonymous with functionality, the result of the contribution of mathematical and mechanical sciences, as well as socio-environmental knowledge.
In an intermediate level the commercial spaces and public services lay at the ground level in front of the buildings, in direct compliance with the main roads of communication; the lower level was expected to underground complex of waterways to transport supplies; on the upper level walkways with gardens and places of social gathering.
The town (1490.) consists of towers buildings with external stairs (an idea later adopted by the Modern Movement) and a complex network of paths and passages for pedestrian distribution. (A model of the city of Leonardo is at the Museum of Science and Technology in Milan).
An innovative system of roof gardens on the upper level designed for a social function but also with a strong landscape and environment valence.
Over 400 years later Hilberseimer theorized a model of vertical city very similar (Grosstadt, 1927) declined in three different levels and centralized transport modes specific to each level (underground metro, road motorized at ground level, soft mobility at higher levels, each level with functional specific destinations).
Even Antonio Sant 'Elia (The New Town, 1914) represent a model city on 3 levels very similar to Leonard that in the urbanplanning field, as in others, has proved so great forerunner of the times.
(Published by Charles Gervasini, Citysmile blog, Milan October 6, 2011).
leonardo0
Schizzi di Leonardo, sezione urbana

citta leonardo
Il plastico della città funzionale

città leo
Il plastico della città funzionale
HilberseimerHochhausstadt_1rit
La città verticale di Hilberseimer
CENTRELT
A. Sant'Elia, la Nuova Città

santelia
A. Sant'Elia, la Nuova Città

ULTIMA_CENA
Last Supper, Milano

Leonardo_da_Vinci_s giovannino
S. Giovannino, Leonardo

4 commenti:

  1. La grande visione di Leonardo di unire la bellezza con la funzionalità è forse il punto chiave per la progettazione delle nuove città. Lo sviluppo verticale da lui ideato è fondamentale per l'ottimizzazione degli spazi e i differenti livelli funzionali (rete navigabile per i trasporti, strade per il commercio e i servizi pubblici, tetti giardino per aggregazione sociale) mettono in sicurezza la mobilità del cittadino. Seguendo la visione di Leonardo si sarebbero create città con un tessuto urbano molto più aperto, caratterizzato da strade ampie e rettilinee, prive di incroci fra mezzi di trasporto e pedoni. Questa idea di "città layer" ci è stata mostrata anche nel film Metropolis di Fritz Lang (visto durante il corso di Storia dell'Architettura 2) prodotto nel 1927, lo stesso anno dove non casualmente l'architetto e urbanista Hilberseimer teorizzò il progetto per Grosstadt. Nel film infatti è presente la città articolata "in edifici a torre[...] e con una complessa rete di percorsi aerei e passaggi per la distribuzione funzionale dei flussi". Anche Metrpolis però, come la città di Leonardo, segue una rigida separazione fra attività produttiva e occupazione gentilizia; la prima infatti è svolta nel sottosuolo dagli operai, la seconda invece è vissuta dai ceti più abbienti all'interno degli sfavillanti grattacieli. Ritengo che sia questo l'unico punto debole della città ideale Leonardesca, la quale dovrebbe essere rielaborata e migliorata alla luce dei nuovi rapporti sociali, meno gerarchizzati rispetto quelli rinascimentali. In campo funzionale e urbanistico questa "città verticale" rimane comunque una visione anticipatrice dei tempi, come quasi tutte le idee di Leonardo.

    RispondiElimina
  2. ...non so perchè ma leggendo questo articolo sulla "città ideale" di Leonardo, la mia attenzione non è caduta sulla strabiliante attualità di un ormai "cinquecentenne toscano", ma è caduta sulla non attualità delle nostre città...concetto ribadito anche dall'architetto Giovanni Zandonella Maiucco, con la frase "le nostre città non sono fatte per le macchine", peccato solo che queste siano il mezzo di locomozione più diffuso al mondo dopo la bicicletta. A questo punto dovremmo forse iniziare a porci delle domande.. e mi è anche tornato in mente un articolo letto pochi giorni fa riguardante "Masdar city", la città progettata da Norman Foster ad Abu Dhabi, una "città ideale", se così la vogliamo vedere sotto l'aspetto ecologico ed architettonico...ma saranno mai città, oltre che ideali, attuali?

    RispondiElimina
  3. La teorizzazione di una città ideale, argomento costantemente attuale e arricchito di soluzioni sostenibili e funzionali, mi lascia a volte perplesso per la carica utopistica che comporta. Può un uomo sentirsi "a casa" in una città nuova, intera, omogenea, progettata in ogni variabile? O preferisce forse l'uomo un luogo di trasformazione, sovrapposizione e in qualche modo di imprecisione? Se si potesse davvero progettare una città ideale la si dovrebbe, forse, progettare molto poco.
    PIETRO ROSSO

    RispondiElimina
  4. La lettura dell’articolo mi invita a fare due considerazioni. La prima, forse inevitabile, porta a chiedermi come possa un uomo vissuto in un’epoca così lontana, aver intuito quali aspetti avrebbero caratterizzato le città future e quali problematiche ne sarebbero scaturite. Una delle principali questioni che affligge le nostre moderne città è l’eccessiva motorizzazione privata che porta come conseguenze primarie: la compromissione della mobilità individuale e un contributo elevato all’inquinamento sia dell’aria sia acustico con gravi ricadute sulla salute dei cittadini. Leonardo teorizza invece, una città in cui il traffico veicolare viene portato ad un livello inferiore (quello pesante addirittura ad un livello sotterraneo) e viene separato dalla mobilità dolce (posta ad una quota diversa) favorendo così il diritto alla libera fruizione da parte dei cittadini nonché la creazione di spazi pubblici, aree verdi e la salvaguardia dell’ambiente. Ma è con una frase, che troviamo scritta in un suo manoscritto “Tanto sia larga la strada, quanto è la universale altezza delle case” che ci rendiamo ancor più conto della contemporaneità delle intuizioni leonardesche. Cercando di immaginare questa città ideale nasce la seconda considerazione: se da quel momento in poi avessimo preso questo utopico progetto come modello e lo avessimo perseguito sviluppandolo in ogni città, non avremmo forse delle città riprodotte ugualmente all’infinito? Non si perderebbe addirittura il carattere unico che contraddistingue le une dalle altre?

    RispondiElimina