sabato 18 aprile 2020

VIRUS E URBANISTICA


La conformazione del territorio dell’Italia del Nord ha avuto la funzione di acceleratore e propagatore della pandemia Covid-19, la “città diffusa” che si estende da Torino a Venezia con propaggini verso l’Emilia e la Toscana ha permesso, tramite una rete fittissima di traiettorie, una diffusione del virus di dimensioni ben maggiori di quella avvenuta in territori cinesi (Wuhan) ove la concentrazione della popolazione ha consentito un controllo dell’esplosione epidemiologica ben maggiore.

Le infinite traiettorie del consumo, del lavoro, del divertimento, che irrorano questi territori, fungono da condutture per il trasporto pandemico che, associato alla predisposizione alla socialità e imprenditorialità del suo popolo, purtroppo hanno posizionato l’Italia sulla vetta della classifica mondiale dei paesi più contaminati.
Consapevoli che tale stato di emergenza sanitaria condizionerà, anche dopo il suo superamento, i comportamenti per moltissimo tempo (forse anche per sempre), alcune riflessioni ci portano a rivedere alcuni assiomi che hanno caratterizzato l’urbanistica contemporanea e l’assetto della città di oggi.

Mobilità: l’attuale concezione trasportistica tesa alla programmazione di nuove infrastrutture iperdimensionate per supportare il crescente traffico, troverà una revisione a seguito di una minore domanda di trasporto (lo smart work riduce le presenze fisiche negli uffici e sulle strade), un miglior utilizzo della mobilità individuale condivisa (minor rischio del contagio), un decrescente uso di mezzi pubblici ma con maggior frequenza per garantire più spazio tra le persone, e quindi di fatto un ridimensionamento radicale delle infrastrutture e degli spazi a parcheggio.

Lavoro: “co-working”, “openspace”, “interior flexibility” sono concetti che fanno parte ormai del passato, così come le rigidità di orario, di presenza, di tragitto casa/lavoro che discendono dall’organizzazione delle fabbriche ottocentesche.
Tutto quanto verrà certamente rivoluzionato alla luce del crescente lavoro a distanza (lavoro agile, smart) che si svolgerà in spazi terzi (casa, luoghi della mobilità, ecc.)
Le varie “city” terziarie andranno quindi sparendo, venuta meno la necessità di contenitori monofunzionali dedicati al lavoro, comunque al loro interno gli spazi lavorativi saranno organizzati con un maggior isolamento individuale; anche per le fabbriche, ove ancora esistenti, sparirà il lavoro d’insieme e la catena di montaggio a favore di spazi gestiti dalla robotica e con il controllo da remoto.

Abitare: il co-housing”, forma abitativa molto proclamata e già poco attuata, troverà il suo epilogo finale dai nuovi comportamenti indotti dal distanziamento sociale, la cellula sarà sempre più isolata da altri spazi accessori rendendo la tipologia monofamiliare la forma di insediamento preferita con il progressivo abbandono delle aggregazioni abitative tanto care al Movimento Moderno (Ville Radieuse).

Commercio: Amazon fagociterà gran parte del tessuto commerciale; centri commerciali, gallerie, parchi commerciali non avranno più senso, “delivery” sarà il nuovo diktat e sul territorio resteranno solo spazi di esposizione o luoghi per il ritiro delle merci ingombranti.
Anche per la ristorazione prevarranno le consegne a domicilio, lo spazio interno delle attività sarà riorganizzato con un maggiore distanziamento e solo su prenotazione.

Loisir, tempo libero, servizi: prevarranno gli spazi individuali perimetrati con glass box (anche in spiaggia ?), per lo sport e le palestre avverrà la riorganizzazione a favore di spazi ad uso privato per attività individuale (schermi protettivi, barriere, percorsi protetti, ecc.)
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Cinema teatro: settore già in crisi in epoca ante pandemia, la psicosi del virus affosserà i luoghi di proiezione o di recitazione a favore dell’erogazione video on-demand e streaming, l’arte troverà forme di sopravvivenza digitale; i musei saranno organizzati per aperture solo su prenotazione e con contingentamento delle entrate.

In sintesi il nuovo assetto della città vedrà la riduzione degli spostamenti e quindi il territorio sarà meno ricco di infrastrutture viabilistiche, si spenderà maggior tempo nelle case più isolate in zone periferiche con soluzioni di inserimento ambientale più funzionale.
La strategia multi-channel permetterà di fare cose diverse in posti diversi e prima inusuali.
L’integrazione tra città e campagna e gli investimenti in tecnologia renderanno i nostri territori più intelligenti, si darà luogo ad una maggiore integrazione di funzioni e di dotazioni tra città centrale e hinterland. 
Si darà vita quindi ad una città più “virtuale e intelligente”, collegata con la rete 5G, svuotata dai contenitori monouso e dalle macchine; gli spazi liberati (parcheggi, uffici, mall commerciali) saranno integrati nel verde quale massimo comune denominatore del paesaggio urbano.

(Pubblicato da Carlo Gervasini, 18 Aprile 2020)

Due to the viral pandemia covid-19, the new town structure will have a mobility reduction and therefore the territory will be less rich in road infrastructure, more time will be spent in more isolated houses in suburban areas with more functional environmental integration solutions.
The multi-channel strategy will allow you to do different things in different and previously unusual places. The integration between the town and the countryside and investments in technology will make our territories more intelligent, giving rise to a greater integration of functions and endowments between the central city and the hinterland. It will therefore create a more "virtual and smart" town, connected to the 5G network, emptied of monofunctional buildings and cars; the empty spaces (car parks, offices, shopping malls) will be integrated into Green as the highest common denominator of the urban landscape.

(Published by Carlo Gervasini, April 18th 2020)



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