La conformazione del territorio dell’Italia del Nord ha avuto la funzione
di acceleratore e propagatore della pandemia Covid-19, la “città diffusa” che si estende da Torino a Venezia con propaggini
verso l’Emilia e la Toscana ha permesso, tramite una rete fittissima di
traiettorie, una diffusione del virus di dimensioni ben maggiori di quella
avvenuta in territori cinesi (Wuhan) ove la concentrazione della popolazione ha
consentito un controllo dell’esplosione epidemiologica ben maggiore.
Le infinite traiettorie del consumo, del lavoro, del divertimento, che irrorano questi territori, fungono da condutture per il trasporto pandemico che, associato alla predisposizione alla socialità e imprenditorialità del suo popolo, purtroppo hanno posizionato l’Italia sulla vetta della classifica mondiale dei paesi più contaminati.
Consapevoli che tale stato di emergenza sanitaria condizionerà, anche dopo
il suo superamento, i comportamenti per moltissimo tempo (forse anche per
sempre), alcune riflessioni ci portano a rivedere alcuni assiomi che hanno
caratterizzato l’urbanistica contemporanea e l’assetto della città di oggi.
Mobilità: l’attuale concezione
trasportistica tesa alla programmazione di nuove infrastrutture iperdimensionate
per supportare il crescente traffico, troverà una revisione a seguito di una
minore domanda di trasporto (lo smart work riduce le presenze fisiche negli
uffici e sulle strade), un miglior utilizzo della mobilità individuale condivisa
(minor rischio del contagio), un decrescente uso di mezzi pubblici ma con
maggior frequenza per garantire più spazio tra le persone, e quindi di fatto un
ridimensionamento radicale delle infrastrutture e degli spazi a parcheggio.
Lavoro: “co-working”,
“openspace”, “interior flexibility” sono concetti che fanno parte ormai del
passato, così come le rigidità di orario, di presenza, di tragitto casa/lavoro
che discendono dall’organizzazione delle fabbriche ottocentesche.
Tutto quanto
verrà certamente rivoluzionato alla luce del crescente lavoro a distanza
(lavoro agile, smart) che si svolgerà in spazi terzi (casa, luoghi della
mobilità, ecc.)
Le varie “city” terziarie andranno quindi
sparendo, venuta meno la necessità di contenitori monofunzionali dedicati al
lavoro, comunque al loro interno gli spazi lavorativi saranno organizzati con
un maggior isolamento individuale; anche per le fabbriche, ove ancora esistenti,
sparirà il lavoro d’insieme e la catena di montaggio a favore di spazi gestiti dalla
robotica e con il controllo da remoto.
Abitare: il “co-housing”, forma abitativa
molto proclamata e già poco attuata, troverà il suo epilogo finale dai nuovi
comportamenti indotti dal distanziamento sociale, la cellula sarà sempre più
isolata da altri spazi accessori rendendo la tipologia monofamiliare la forma
di insediamento preferita con il progressivo abbandono delle aggregazioni
abitative tanto care al Movimento Moderno (Ville Radieuse).
Commercio: Amazon
fagociterà gran parte del tessuto commerciale; centri commerciali, gallerie,
parchi commerciali non avranno più senso, “delivery” sarà il nuovo diktat e sul
territorio resteranno solo spazi di esposizione o luoghi per il ritiro delle
merci ingombranti.
Anche per la
ristorazione prevarranno le consegne a domicilio, lo spazio interno delle
attività sarà riorganizzato con un maggiore distanziamento e solo su
prenotazione.
Loisir, tempo libero, servizi: prevarranno gli spazi individuali perimetrati con glass
box (anche in spiaggia ?), per lo sport e
le palestre avverrà la
riorganizzazione a favore di spazi ad uso privato per attività individuale
(schermi protettivi, barriere, percorsi protetti, ecc.)
.
Cinema teatro: settore già in crisi in epoca ante pandemia, la psicosi del virus affosserà
i luoghi di proiezione o di recitazione a favore dell’erogazione video on-demand
e streaming, l’arte troverà forme di sopravvivenza digitale; i musei saranno
organizzati per aperture solo su prenotazione e con contingentamento delle
entrate.
In sintesi il nuovo assetto della
città vedrà la riduzione degli spostamenti e quindi il territorio sarà meno
ricco di infrastrutture viabilistiche, si spenderà maggior tempo nelle case più
isolate in zone periferiche con soluzioni di inserimento ambientale più funzionale.
La strategia multi-channel permetterà di fare cose diverse in posti diversi
e prima inusuali.
L’integrazione
tra città e campagna e gli investimenti in tecnologia renderanno i nostri
territori più intelligenti, si darà luogo ad una maggiore integrazione di
funzioni e di dotazioni tra città centrale e hinterland.
Si darà vita
quindi ad una città più “virtuale e intelligente”, collegata con la rete 5G, svuotata
dai contenitori monouso e dalle macchine; gli spazi liberati (parcheggi,
uffici, mall commerciali) saranno integrati nel verde quale massimo comune
denominatore del paesaggio urbano.
(Pubblicato da Carlo Gervasini, 18 Aprile 2020)
Due to the viral pandemia covid-19, the new town structure will have a mobility reduction and therefore the territory will be less rich in road infrastructure, more time will be spent in more isolated houses in suburban areas with more functional environmental integration solutions.
The multi-channel strategy will allow
you to do different things in different and previously unusual places. The
integration between the town and the countryside and investments in technology
will make our territories more intelligent, giving rise to a greater
integration of functions and endowments between the central city and the
hinterland. It will therefore create a more "virtual and smart" town,
connected to the 5G network, emptied of monofunctional buildings and cars; the
empty spaces (car parks, offices, shopping malls) will be integrated into Green
as the highest common denominator of the urban landscape.
(Published by Carlo Gervasini, April
18th 2020)
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